Alma Mediterrànea

La fiaba della luna e della conchiglia

Leggiadre ed aggraziate figlie di Berenice, nei capelli serbano tramonti, architetture e orologi: sfondi blu, s’intrecciano e confondono con i flutti turchini di mari mediterranei e le onde indaco di belle chiome sciolte al vento; fili dell’anima che si dipanano e disegnano edifici, archi e ponti sospesi, memori d’una bellezza costiera e marittima su cariatidi contemporanee; riccioli le cui trame trattengono la ciclicità, le età, il tempo come mitiche meduse. Istanti cristallizzati in una magica atemporalità, che diviene cifra denotativa dell’interpretazione artistica di Lilliana Comes: i suoi soggetti veleggiano verso mondi lontani, remoti e, contemporaneamente, guardano l’osservatore nel proprio presente.

La composizione dell’artista è sempre dinamica, infatti le sue donne sono spesso ritratte danzanti su parabole di luna in equilibrio sulle note di melodie appena percettibili, in armonia col tutto. Profondamente legata alla mediterraneità e alla Magna Graecia, l’artista ne interpreta la bellezza, il mito, la storia e sovente la sua protagonista diviene isola, oasi, approdo, rifugio, o cerulea Partenope col sole che tramonta nei suoi lunghi capelli d’immortale sirena.

Critica curatoriale Antonella Nigro